I resti del castello Malaspina Fieschi Doria, sorge su uno sperone roccioso del Monte Carmo alla quota di m 1193, sopra l’abitato di Carrega Ligure.

Aveva la tipica forma ligure del castello costruito intorno a una torre a pianta rotonda, attorniata da un muro circolare con camminamento.

Addossato alla torre vi è un corpo rettangolare formato da due vani, di cui uno conserva ancora il soffitto.

Di epoca alto-medievale, si erge in luogo strategico sull’antica mulattiera che al passo delle Capanne di Carrega interseca la dorsale appenninica.

A sud della torre, si trova la cisterna per la riserva idrica, sia ai fini difensivi che interni per la piena funzionalità della struttura.

Sebbene mozzata, si presenta intatta all’esterno, ancora ben impermeabilizzata, con un intonaco di cocciopesto ovvero, con inerti della malta costituiti da laterizio frantumato, facilmente riconoscibile per la colorazione rosata dell’impasto, racchiusa e protetta da un camminamento e dalla grande muraglia in pietra locale, con feritoie e aperture strombate, tipiche dei baluardi difensivi, circondante la costruzione stessa.

All’altro estremo, verso nord, divisa da un massiccio muro, esiste una struttura per l’abitazione padronale; al centro vi è una spianata scoperta, costituita dalla forma naturale della montagna.

Una camera dell’abitazione si presenta del tutto senza volta, di cui rimane solamente una parte perimetrale dei muri componenti il vano e quattro gradini d’entrata.

Il secondo vano conserva intatta sia la sua muratura a pietra a vista che la volta a botte, nonché la finestra ad arco.

Cenni storici
Anche se la prima notizia documentata su Carrega appare nell’anno 1153, il fortilizio probabilmente risale ad epoca anteriore.

Deve le sue origini vescovi di Tortona i quali furono i primi signori feudali ad esercitarne la giurisdizione su tutto il territorio. In epoca imprecisata, ma di certo antecedente all’anno Mille, i vescovi infeudarono il castello ai marchesi di Gavi e Parodi e, susseguentemente, ai marchesi Malaspina.

Non si presenta quale vera e propria fortezza, ma piuttosto un edificio con funzioni plurime, ovvero fortificazione e insieme istituzione religiosa in stretto rapporto con i monaci cistercensi della grangia di Magioncalda.

Dal toponimo «castrum», non si escluderebbe trattarsi di una vera e propria «mansio».

 

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