
Il ritorno della pioggia era quasi sottinteso, le primavere degli ultimi due anni non hanno concesso sconti trasformando i campi e gli orti in acquitrini.
Purtroppo pare che la primavera di quest’anno non sarà diversa: l’ultima asciutta è stata quella del 2021 quando ci fu un ciclo secco di circa 14 mesi con sensibile svuotamento dei bacini idrici, poi mai più.
Il quadro per le prossime 2 settimane fa riflettere poiché le precipitazioni previste, in questo caso dai meteorologi di Stoccarda (che ci azzeccano parecchio), si prospettano abbondanti e concentrate in 2 gruppi principali: il primo in un arco di 72 ore attorno al 16 aprile, il secondo in un intervallo di 24-36 ore con piogge record previste per il 24 aprile.
Tutto questo a causa di ripetute saccature provenienti dalla vasta depressione che staziona al di sopra del 50° parallelo, la quale non si risparmia dal riversare verso meridione correnti negative che mantengono le temperature al di sotto delle medie stagionali di una decina di gradi, con percentuali di umidità tali da lambire la saturazione.

Anche la ventilazione farà la sua parte, nello specifico dal versante di Bora (NNE) che, se in valle possa apparire poco significativo per la sua schermatura appenninica, in realtà dagli alti strati influisce sensibilmente a causa proprio delle caratteristiche cabatiche e dei suoi movimenti in rapida discesa.
La speranza rimane quella di non cadere in scacco agli allerta meteo che aggiungerebbero al disagio del meteo anche il problema della mobilità in alta valle, sempre a causa della frana che incombe ormai da 3 anni come una spada di Damocle sul Comune carreghino.