Torna l’ora legale

Torna “ahinoi” l’ora legale e nella notte tra sabato 29 e domenica 30 marzo 2025 dovremo spostare le lancette avanti di un’ora: questo “dovrebbe” ipoteticamente avvenire alle 2:00, nel cuore della notte.

Come sempre, da anni si fa un gran discutere sull’opportunità di eliminare questo passaggio biologicamente frustrante, in particolare proprio nel contesto attuale quando rubare un’ora al sonno è più deleterio che mai.
Di fatto la situazione è ancora a divenire.

Come ben sappiamo, la tecnica dell’ora legale è stata adottata nei primi anni ’70 del secolo scorso con la crisi del petrolio ma l’idea di risparmiare era già venuta qualche secolo prima a Benjamin Franklin che, nel 1784, pubblicò sul quotidiano francese Journal de Paris, una riflessione al fine di convincere la gente ad alzarsi prima nella buona stagione, così da risparmiare sul consumo delle candele.

In questa pratica vi sono però seri risvolti negativi.

Nei giorni immediatamente successivi al “cambio dell’ora” (ossia al passaggio da ora solare a legale e viceversa), alcune persone lamentano disturbi dovuti all’alterazione del ciclo sonno-veglia.

Si tratta dello stesso fenomeno che si riscontra nelle persone che viaggiano in aereo tra paesi separati da diversi fusi orari (il cosiddetto jet lag); in questo caso però l’effetto è minore perché il cambiamento di orario è di una sola ora e altre persone non avvertono alcun disturbo. Una ricerca di svariati cardiologi americani afferma che l’ora di sonno persa il giorno dopo l’entrata in vigore dell’orario estivo incrementa del 25% la probabilità di subire un infarto cardiaco. Questo rischio cala del 21% il giorno in cui l’ora di sonno persa viene recuperata.

Altri studi certificano il forte aumento di incidenti ed infortuni sul lavoro nel giorno successivo all’entrata in vigore dell’ora legale.

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