
L’altro ieri a Torino il sindaco Luca Silvestri ha incontrato gli assessori regionali Enrico Bussalino e Marco Gabusi e il presidente della Provincia Luigi Benzi .
Duplice la richiesta che gli enti locali hanno avanzato alla Regione : superare l’attuale gestione emergenziale (che ha un costo non indifferente) e risolvere una volta per tutte i problemi di percorribilità della strada quando scatta l’ allerta meteo .
Nella notte del 1° maggio 2022, una frana si abbatté sull’unica strada che collega Carrega alla Val Borbera e al Piemonte . Cinquemila metri cubi di roccia e detriti caddero lungo un fronte di circa cento metri, separando anche il nucleo principale del paese da numerose frazioni.
Ci vollero due anni per riaprire la Sp 147. Per tutto quel tempo, gli abitanti di Carrega furono costretti a disagevoli percorsi alternativi impiegando ben più di due ore per raggiungere località come Novi o Alessandria.
Al termine dei lavori di rimozione della frana (costati complessivamente circa 750 mila euro di fondi regionali), la strada è tornata percorribile ma con diverse limitazioni. Lungo il versante collassato sono state posizionate reti paramassi. Una serie di sensori monitora gli eventuali impatti sulle barriere ed è in grado di far scattare l’allarme automaticamente. Per impedire il passaggio in caso di pericolo, sono stati anche collocati semafori e sbarre .
«Siamo continuamente ostaggio delle condizioni meteo», dice il sindaco Silvestri, che ha partecipato al vertice a Torino insieme al suo vice Fausto Crosetti .
«Quando scatta l’allerta meteo, la ditta incaricata del monitoraggio procede da remoto alla chiusura delle sbarre», spiega. È sufficiente l’ allerta gialla per far scattare lo stop: «Accadrà 70-80 volte in un anno , e quasi sempre le condizioni meteorologiche reali non sono tali da destare preoccupazione – afferma il primo cittadino di Carrega – Chiamando la ditta possiamo chiedere di non procedere alla chiusura, ma abbiamo pochi minuti a disposizione.
L’allerta viene diramata intorno alle 12.45 e le barriere si abbassano un quarto d’ora dopo. Abbiamo chiesto che questo lasso di tempo venga prolungato, altrimenti non abbiamo il tempo di intervenire». La gestione del sistema di monitoraggio ha un costo notevole. «Per la sola manutenzione ordinaria servono circa 100 mila euro all’anno , quindi abbiamo chiesto alla Regione un intervento risolutivo che permetta di riaprire del tutto la provinciale», afferma Silvestri.
L’idea prevede la costruzione di una galleria artificiale , in grado di “tenere al sicuro” la strada in caso di smottamento del versante. Il Comune ha già trovato l’appoggio della Provincia, proprietaria della strada. La disponibilità della Regione c’è, anche se lo stanziamento dei fondi è tutt’altro che scontato: «Abbiamo ipotizzato un costo di almeno 5 milioni di euro.
Ora serve uno studio di fattibilità che ci permetta di entrare nelle graduatorie regionali per il finanziamento delle opere sulla sicurezza idrogeologica».
Articolo Di Alessio di Vittorio pubblicato su “Il Secolo XIX – edizione Basso Piemonte” del 13/03/2025