
Regna una palpabile confusione sul futuro delle barriere anti-cinghiali costate 10 milioni di euro e rivelatesi inefficaci al contenimento degli ungulati e della pandemia da PSA, dilagata in Liguria, Lombardia, Emilia Romagna fino al nord del Piemonte e che non ha risparmiato migliaia di capi contenuti nei recinti dei maiali.
Alla decisione presa dalla Regione Piemonte per voce del Presidente Alberto Cirio sulla rimozione delle barriere e in seguito ad un Question Time da parte di Domenico Ravetti (PD) presso l’Aula della Giunta Regionale martedì 18 febbraio 2025 per avere aggiornamenti sulla situazione, giunge una smentita da parte del Comissario straordinario Giovanni Filippini.
In realtà qualche dissonanza tra vertice regionale e commissario straordinario si era già percepita nel vertice del 16 gennaio scorso quanto quest’ultimo aveva sostenuto la continuità dell’opera di contenimento ed il rafforzamento del depopolamento attraverso la caccia mirata. La questione delle recinzioni si era fin da subito rivelata complessa a causa dell’orografia stessa del Piemonte ma ora l’indirizzo sarebbe in una verifica delle condizioni delle reti ed una immediata manutenzione.
Va da sé che il mancato interramento dei reticolati ne ha reso inefficace l’effetto, unita anche ad un insufficiente qualità dei materiali utilizzati. Per esperienza di molti privati, si è infatti notato che solo reti in elettrosaldato interrati di 10 – 15 cm hanno efficacia nell’azione di sbarramento nei confronti di soggetti del peso spesso superiore al quintale.
Ravetti ha auspicato che nella prossima riunione del Consiglio provinciale prevista per il 24 febbraio si introducano elementi veritieri e di serie utilità per uscire da una situazione da lui definita “surreale”.