L’ucronia del lago Borbera

Nell’ex albergo “La Ciminiera” di Pertuso, domenica 16 febbraio 2025, si è svolta la proiezione di un singolare film intitolato “Il posto più bello”. La trama narra del progetto, di epoca fascista, riferito alla costruzione di una diga, proprio nella zona delle “Strette”, per la realizzazione di un grande lago capace di 115 milioni di m³ d’acqua al fine di produrre elettricità.

I protagonisti della storia sono un gruppo di giovani che vogliono salvare la loro vallata dalla cupidigia degli adulti i quali vedono nella realizzazione del progetto una fonte di guadagno, ignorando il sacrificio dei paesi e delle terre che verrebbero coinvolte dall’innalzamento delle acque.

In realtà, sulla fattibilità di un lago era già stato presentato un progetto il secolo precedente, quando l’ingegner G.B. Rivera illustrò l’idea del “Lago di Pertuso” allo scopo di irrigare con le acque raccolte la Frascheta, compresa nel triangolo tra Pozzolo, Tortona e Spinetta dando così impulso alla produzione agricola. Nel 1869 il progetto fu approvato con un Regio Decreto di concessione ma fu quasi subito accantonato poiché la tecnologia dell’epoca non era sufficiente per un opera così ardita.

Nei primi anni del XX secolo, il figlio di Rivera, capo ingegnere della Provincia di Alessandria: C.Riviera, realizza un nuovo progetto che, a differenza del precedente, non avrà il solo scopo di irrigare le pianure ma anche di produrre energia elettrica il cui bisogno nazionale è in rapida crescita.

È il 1938 quando il Marchese De Cavi di Genova, presidente della SAIME “Società Anonima Irrigazione Frascheta” nonché “Società Anonima Industrie Minerarie ed Elettriche” presenta ufficialmente il progetto che viene approvato da Benito Mussolini.

Con il riempimento del bacino, sarebbero scomparsi sotto le acque i comuni e le frazioni di Streppasese, Zebedassi, Colonne, Cantalupo Ligure, Rocchetta Ligure, Albera Ligure, Pagliaro Superiore, Sisola fino a lambire l’abitato di Cabella Ligure.

Tenendo conto che alcune delle frazioni più basse in quota sono a livello del mare e che Cabella Ligure è a quota 510 m slm, questo dà l’idea della profondità massima dell’invaso.
Nel 1938 la SAIME fa produrre un opuscolo con tanto di mappe e disegni dei manufatti. La grande opera piace anche al ministero della Guerra: il lago, posto a 480 metri di quota sul mare, può diventare la base per gli idrovolanti posti a difesa del porto di Genova, che è a soli 30 chilometri in linea d’aria.

Le centrali elettriche, costruite in caverne, produrranno 113 gigawatt di energia elettrica all’anno. Da Pertuso, dopo aver fatto girare le turbine, le acque andranno ad irrigare tutta la piana, rendendola fertile tutto l’anno senza dover temere la siccità estiva.

In realtà, tutto questo entusiasmo non poteva tener conto che, da analisi del terreno effettuate in epoca più recente, si è rilevata una grave anomalia del terreno proprio dove avrebbe dovuto sorgere lo sbarramento; la roccia, infatti, è composta prevalentemente da “Conglomerato di Savignone“, una formazione sedimentaria risalente all’oligocene che presenta numerose fratture di elevata profondità.

Secondo alcuni esperti, le analogie con il Vajont sarebbero numerose. La differenza della capacità di invaso è impressionante: 150 milioni di m³ il Vajont, 115 milioni di m³ il Borbera. Non se ne fece nulla ma il ricordo rimane.

Che fine fecero i protagonisti? Il Marchese De Cavi era un grande personaggio nel mondo economico genovese, proprietario dell’Antico Banco De Cavi, la sua fortuna finì nelle mani del nipote Giannetto che dilapidò tutto in investimenti avventuristici finendo carcerato nel 1958.

Parlarne oggi sembra di narrare una ucronia, un romanzo di fantascienza che tratta eventi alternativi nello scorrere del tempo eppure è tutto vero e l’idea di ciò che sarebbe potuta essere questa valle, occupata in buona parte da un vasto lago appenninico, lascia inquieta la mente e genera sogni allucinati.

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