
Adesso si richiamano i cacciatori per rimediare al danno fatto da chi gli stessi non li voleva, come verdi e associazioni ambientaliste contrarie alla caccia e allo sperpero di denaro pubblico speso per alzare 260 chilometri di inutili sbarramenti (i cinghiali maschi di 120 – 130 chili riescono a sfondare reti di elettrosaldato da 0,5 mm).
Il presidente Cirio ha dichiarato nella riunione svoltasi in Regione mercoledì 15/1, che questo nuovo approccio non solo permetterà di contenere l’infezione, ma avrà anche effetti positivi sulla riduzione dei danni all’agricoltura e degli incidenti stradali causati da questo tipo di selvaggina, un problema che negli ultimi anni ha avuto un impatto significativo sul territorio.
La caccia nella Zona 1, autorizzata per le province di Alessandria, Asti, Novara, Torino e Vercelli, rappresenta un passo importante in questa direzione. Filippini ha precisato che in queste aree si potranno utilizzare squadre di massimo 15 persone, con l’ausilio di tre cani per ogni girata, e che il carniere dovrà raggiungere almeno il 150% dei prelievi effettuati nella stagione precedente all’istituzione della zona di restrizione.
La provincia di Cuneo, dove si concentra il più grande distretto suinicolo del Piemonte, sarà soggetta a regole ancora più stringenti. In questa zona, infatti, la caccia sarà limitata alle attività di controllo faunistico condotte da operatori abilitati, per evitare qualsiasi rischio di ulteriore diffusione del virus.